Faceva il chimico. Studiava con passione la composizione della massa terrestre. Da qualche tempo sentiva il bisogno di qualcuno che l’accompagnasse nel suo cammino su questo pianeta. Donne interessanti, però, in giro non ce n’erano. Soprattutto della sua età. Convinto da una collega impicciona, andò da un cartomante che gli disse che avrebbe incontrato la donna della sua vita il giorno che avrebbe pianto la sua 341275esima lacrima di dolore. Hai voglia, pensò. Fosse stato una donna, che piange tra le 30 e le 64 volte all’anno, qualche chance l’avrebbe avuta. Gli uomini, invece, piangono non più di 17 volte all’anno. L’aveva letto su Focus. Dunque, poteva morire solo, pensò sconsolato. Una notte, ch’era più stanco del solito di abbracciare il cuscino, decise di fregare il destino. Iniziò a guardare film drammatici e ascoltare canzoni strappacuore. Aveva letto che 50 lacrime circa originano un pianto doloroso perbene. Facendo i conti, in 17 anni ce l’avrebbe fatta. Meglio tardi che mai. Dieci anni dopo fu trasferito in Burkina Faso, nella landa desolata di Tambao, a studiare i giacimenti di manganese. Non necessitava più di film drammatici e canzoni tristi. Continuò a piangere, ogni sacrosanta sera; anche più di 50 lacrime al giorno. Spesso usciva dall’accampamento. S’incamminava, singhiozzando, su per la montagna sventrata che veniva fagocitata dalla miniera. Non asciugava nemmeno più le lacrime. Tanto, chi avrebbe mai potuto incontrare in quel posto dimenticato dall’Energia Primigenia? Scostava distrattamente le lacrime dalle guance con la mano destra che, inzuppata, ne lasciava cadere qualcuna a terra. Una sera, mentre si trovava sulla cima della miniera a guardare la Via Lattea che appariva meravigliosa, osservata dal buio africano, la 341275esima lacrima di dolore (che lui non se n’era nemmeno accorto, perché non le contava più) venne raccolta dalla mano e scrollata a terra, tra la polvere mista al prezioso minerale. Sentì uno scoppiettìo. Sobbalzò urlando. In quel preciso istante la lacrima si trasformò in una normalissima signora di mezz’età con un bellissimo sorriso e due ammalianti occhi color viola originato dal manganese nel quale s’era amalgamata la 341275esima lacrima. Era estatico. Si sorrisero. La prima (ed unica) cosa che pensò fu: “E questa come cazzo la spiego al capo cantiere?”.
Una lacrima sul visto
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Pubblicato da La Narratrice
Penso, sogno, scrivo, parlo, rido, piango e poi, di nuovo, penso, sogno, scrivo, parlo, rido e piango... ma, prima di tutto, comunque e sempre, AMO. Mostra tutti gli articoli di La Narratrice
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