L’auto s’avviò lentamente giù per la strada di vecchio ciottolato che portava al mare. L’alba aveva appena iniziato a stendere pietose pennellate sui tetti delle case sgarrupate. Dentro il cubicolo regnava il silenzio. L’uomo che guidava tossiva, a tratti, nervosamente. La donna, invece, sorrideva guardando fuori dal finestrino, verso l’azzurro del mare che si univa, coraggiosamente, all’indaco del cielo gravido di nuvole. Sorrideva pensando ai veli che non si vedono ma che sono tanto pesanti quanto la spessa coperta di lana e quella di filet che, all’Assunta, sua madre orgogliosamente stendeva sul balcone, affinché la casa fosse benedetta, durante la processione. Ci sono veli. Veli invisibili che si stendono tra le persone, sulle persone. Veli che avvolgono le persone. Veli che sono tessuti con fili intrisi di sensazioni, pensieri, emozioni, dubbi, domande, risposte, incertezze. Le piacevano, i veli. E anche se l’aveva conosciuto solo la sera prima, le piaceva anche lui che non parlava tanto ma comunicava con lei attraverso quello sguardo pieno di qualcosa di bello che non aveva ancora identificato, ma le piaceva davvero. Parcheggiarono. Davanti al cancello lui fece strada con la mano verso il lato destro del cimitero. La pioggia finissima sembrava benedirli, quasi. S’incamminarono attraverso il viale selciato, sempre in silenzio, fino ad arrivare a una tomba che teneva 2 defunti. “Ecco questi sono i miei genitori. Perdonami se ti porto qua, ma devo farlo ora altrimenti chiudono e non so quando riuscirò a tornare.”, disse. “Ora riordino un po’ e poi ti porto dove vuoi tu, ok?” Marito e padre adorato… Moglie e madre esemplare… dicevano le iscrizioni. Lesse mentalmente i nomi. Una presentazione. Era il momento di decidere. Decidere se le andava bene che lui, dopo averla rimorchiata in un bar in città la notte prima, dopo aver parlato fino a notte fonda, dopo averla trattata come si conoscessero da sempre, dopo aver fatto l’amore, con amore, con lei per la prima volta, la portasse a conoscere i genitori. Lo sapeva. Lo sentiva ch’era una presentazione vera e propria. Lo sentiva. Certi veli, bisogna decidere se scrollarseli di dosso, infastiditi, o avvolgercisi felicemente come si fa la notte di Natale. “Ti aiuto” rispose specchiandosi nello sguardo felice dell’uomo.
Veli
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Pubblicato da La Narratrice
Penso, sogno, scrivo, parlo, rido, piango e poi, di nuovo, penso, sogno, scrivo, parlo, rido e piango... ma, prima di tutto, comunque e sempre, AMO. Mostra tutti gli articoli di La Narratrice
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