La vera, profonda amicizia tra uomo e donna esiste. Esiste. Basta essere onesti. La vera amicizia richiede ACCETTAZIONE dell’estrema onestà. Per questo è difficile da trovare. Sono anni che non si sentono. La chiama perché gli hanno detto ch’è in città. È trascorso davvero tanto tempo. Fa strano, dice lui; è come se non si fossero mai detti ciao, le mormora davanti all’Aperol. E allora lei risponde: “Mi fai sorridere come allora, sai? Mi fai sorridere perché lo dicono tutti. Che con me sembra che non ci si sia mai lasciati. Non so perché. Non lo so. Alcuni compagni di viaggio li lascio andare per la loro strada. Li guardo cavalcare, indomiti, le linee dei meridiani del mappamondo e poi, in qualche maniera, tornano da me. Va bene così, amico mio. Ci restano i ricordi, comunque. Di te ricordo i passi lenti che facevamo verso quella panchina, ogni giorno, in pausa pranzo. Ricordo il profumo della tua pelle stanca, quando t’abbracciavo forte per farti capire che c’ero, nonostante tutto. Di te ricordo il sorriso, quella risata che mi rimbomba dentro, felice, argentina. Quella, non l’ho mai dimenticata. Di te, purtroppo, ricordo anche le lacrime. Quelle lacrime che cercavo di asciugare, senza successo. Un amico che piange, fa male, sai? Tanto. T’ho pensato spesso, sai? Avrei potuto facilmente ritrovarti io stessa, se avessi voluto ma, lo sai, preferisco lasciar fare al destino, specialmente in certe situazioni. Ho pensato a quando abbiamo parlato, discusso, condiviso lacrime e risate, ragionato, sragionato e riragionato su di lei che ti lacerava l’anima, t’usava, ti mentiva, t’abusava. Mi sono chiesta se t’ho mai lasciato andare e m’è venuta in mente un’immagine con un teorema geometrico, amico mio. Il teorema delle rette parallele di Euclide. Lo ricordi? Euclide dice che due rette parallele s’incontrano solo all’infinito. Sai cosa ho pensato, amico mio? Che noi siamo quelle due rette. Ci vedi? Lo vedi l’orizzonte là, proprio in fondo? Le vedi le rette? Sembra che non ci si incontri mai, ma… Noi ci incontriamo proprio all’infinito, proprio come questi due binari che sembrano mai incontrarsi. Per me siamo rimasti là, su quella panchina. T’ho aspettato là, amico mio, nell’infinito che sembra essere già qua.”
Tu, io ed Euclide
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Pubblicato da La Narratrice
Penso, sogno, scrivo, parlo, rido, piango e poi, di nuovo, penso, sogno, scrivo, parlo, rido e piango... ma, prima di tutto, comunque e sempre, AMO. Mostra tutti gli articoli di La Narratrice
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