L’afa avvolgente, proteggente, amante e non soffocante. Questa fu la prima sensazione che provò e che avrebbe ricordato per sempre. Parlavano dell’Africa come di un posto dove l’afa soffocasse, opprimesse, uccidesse. Lei, invece, la trovava avvolgente, proteggente, amante e comoda come un vecchio, strausato e insostituibile paio di Doc Martens del quale ci si libera solo ed unicamente quando l’ultimo brandello di cuoio casca dai piedi. All’inizio dissero ch’era andata in quel paese dimenticato dal creatore perché era innamorata di lui. Quando lui morì dissero che c’era rimasta perché non aveva dov’altro andare. Quando ereditò un posto bellissimo in Italia, anni dopo, dissero che non era tornata indietro perché da vecchi non s’ha scelta o la forza di cambiare. Lei non ribatté mai. Che la gente parli. Sono i fatti, alla fine, che contano. Son tutti bravi a parlare. Sono bravi pochi, a fare. Lui la chiamava habibati. Che si sappia… habibi, si usa per gli uomini. Habibati si usa per le donne. Certe cose bisogna saperle. Lui l’aveva trattata bene spesso e l’aveva trattata male altre volte. Succede. La vita è male e bene. Poi, senza nemmeno volerlo davvero, l’aveva portata là e lei s’era resa conto che là voleva rimanere, nonostante tutto. Nonostante tutto, certe volte, vuol dire davvero, nonostante tutto. Certe cose belle puoi non averle. Un cuore bello, però, quello devi averlo per fare certe scelte. Poi lui era morto. Morendo si trattano male gli altri? Forse si; dipende da come gli altri reagiscono quando muori. Il profumo caldo e dolce di cannella. Il rinvigorente sapore del coriandolo fresco. Li sentiva sempre in bocca. Quando lui morì, ascoltò per esattamente 3650 volte Aoul Ansak di Carole Samaha. Poi, un giorno, s’avviò verso il confine del deserto. Comprò una grande casa nella quale adibì uno studio per costruire sonagli di conchiglie che raccoglieva a Madagh e dove cucinava bourek di montone e agnello. A chi s’avventurava nel deserto e bussava alla sua porta ne regalava uno di ciascuno. Uno per il corpo e uno per l’anima. Che, si sappia, certe cose bisogna farle pensando al bene degli altri, sempre. Certe cose bisogna farle sempre con amore. Sempre e solo con amore, habibi.
Habibi & Habibati
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Penso, sogno, scrivo, parlo, rido, piango e poi, di nuovo, penso, sogno, scrivo, parlo, rido e piango... ma, prima di tutto, comunque e sempre, AMO. Mostra tutti gli articoli di La Narratrice
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