Vattene via, le disse. Lasciami camminare da solo lungo questa strada buia e fredda, le disse. Poche parole ben piazzate ed efficaci. Per certe “percezioni” non devi usare molte parole. È così. Vai via che non voglio mettere anche il tuo, di cuore, sul pesante carretto che sto trasportando, le disse. Lei non ci credeva. Non credeva che la strada fosse buia o fredda. Non credeva che volesse davvero rimanere da solo. Non credeva che su quel carretto ci fossero altri cuori. Non credeva che il carretto fosse così pensante. Che a volte la gente esagera. Che a volte gli uomini dicono una cosa ma ne intendono un’altra. E, invece… bisognerebbe fermarsi un momento ed “ascoltare” davvero. Fosse anche solo per avere la possibilità di scegliere se andare all’inferno oppure no. Che questo tipo di scelta richiede conscia consapevolezza. Ma non succede così perché, purtroppo, la maggior parte delle donne non crede a quello che gli uomini dicono loro. Fa comodo non credere a certe cose. Pure questo succede. Dovrebbero farlo, invece. Le donne dovrebbero credere agli uomini. Dovrebbero. Forse è per questo che da MADRE, tutto il mondo è diventato PADRE. Perché, certe donne pensano d’avere le palle di poter fare quella strada con loro; pensano di poter sopportare il buio e il freddo, di poter vincere la solitudine, d’essere meglio. Ma così, spesso e volentieri, non è. Non si dovrebbe affrontare tutto come una sfida. Non si dovrebbe. Si diventa come quelle palummelle che sfarfallano con incoscienza intorno all’oziosa luce delle candele, nelle calde notti d’estate, e s’abbruciano le ali diafane, irrimediabilmente. E fu così che, anni dopo, si ritrovò davanti a una candela a pensare: “Abbiamo camminato mano nella mano nei vicoli bui e freddi, abbiamo parlato senza aprire bocca e senza guardarci negli occhi, abbiamo cercato le telline al mercato inseguendo il profumo del mare, abbiamo lottato assieme contro la fiamma della candela che voleva distruggerci entrambi, l’aria ‘mbarzamata delle rose di maggio ci ha storditi quando facevamo l’amore, hai posato la tua testa stanca nel mio grembo all’ombra degli alberi di camelia, e ora? Ora che fai? Ora che fai?” Lui scrollò la testa dicendo: “Te l’avevo detto io d’andartene…”
Palummella
- Contrassegnato da tag
- 365
- 365 parole al giorno
- giorno
- parole
- racconto
- un racconto al giorno
Pubblicato da La Narratrice
Penso, sogno, scrivo, parlo, rido, piango e poi, di nuovo, penso, sogno, scrivo, parlo, rido e piango... ma, prima di tutto, comunque e sempre, AMO. Mostra tutti gli articoli di La Narratrice
Pubblicato