La stregonia rinasce. È un atto di fede. Piante come il basilico schiattano quando l’afa ci abbandona. Piante come la stregonia fanno finta di schiattare. Quante volte l’ha gettata pensando di non essere in sintonia con quelle foglie pelose per poi scoprire, anni dopo, che è uno di quegli esseri viventi che, a fine autunno, molla tutto il mollabile per germogliare e rifiorire splendidamente in estate? Niente batte l’estate. Ogni momento pazientemente aspetta il suo momento. È la pazienza, per alcuni, il problema. Aspettare, è il problema. Soprattutto in certi momenti. Tutti quei momenti che, incollati assieme dalla forza dei ricordi, fanno una vita. I ricordi ti fanno andare avanti. Ricordi buoni ti fanno addormentare sorridendo. Ricordi cattivi non ti fanno dormire. Succede. Ricorda, ad esempio, quando stava in campagna coi suoceri perché il marito era in galera. È un ricordo ossessivo, quello. Uno di quei ricordi che non riesci a toglierti dalla mente anche se arrivi a centocinquant’anni. Ricorda d’aver, per caso, sentito lui che diceva alla moglie “In questa casa non ci possono stare due donne. O tu o lei, decidi!”. Ricorda d’essersi fatta vedere e aver detto: “Me ne vado io”. E così ha fatto, portandosi dietro i figli. Lui, il bastardo, sicuramente c’è rimasto male. ‘Na scarpa vecchia in mano, gli è rimasta. Che la moglie, probabilmente, se ne sarebbe andata. Perché là, in casa sua, comandava lui. E invece lei s’è presa i 2 figli e l’ha mandato affanculo mentre sbatteva il portone urlando: “A me non mi ti scoperai mai!” che l’hanno sentito pure i vicini, pensa te. E quando l’ha detto al marito, lui le ha messo la pistola alla tempia dicendo: “Ripetilo, se ne hai il coraggio! Mio padre non farebbe mai una cosa del genere.” E vabbè. Lei non era così brava a ripetere, in certe situazioni. Sua suocera morì presto. La morte, a volte, è l’unica via d’uscita. Lui, invece, morì in pace (dicono) subito dopo essersi trasferito in casa del figlio. S’ammalò improvvisamente. La nuora, Dio la benedica, lo curò amorevolmente utilizzando perfino la medicina alternativa, coltivando e cucinando piante di tutti i tipi molto pazientemente. Già… Ogni momento pazientemente aspetta il suo momento.
Ogni momento
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Pubblicato da La Narratrice
Penso, sogno, scrivo, parlo, rido, piango e poi, di nuovo, penso, sogno, scrivo, parlo, rido e piango... ma, prima di tutto, comunque e sempre, AMO. Mostra tutti gli articoli di La Narratrice
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