Bellissimo. Com’era più quella pubblicità della Mastercard? Neanche con un milione di carte piene di mille milioni di dollari l’una avrebbe ottenuto lo stesso risultato. Certe espressioni facciali non si possono proprio comprare. Bellissimo vedere la mascella del maresciallo Maffiàni cercare di abbandonare letteralmente i baffi a manubrio dalla sorpresa. Bellissimo vederlo tossire le patatine … Continua a leggere Convenire
Categoria: santamariammare
Ninna nanna ninna oh
Santamariammare è bella in ogni stagione. Nessuno sa quand’è successo che il nome s’è attaccato tutt’assieme. Ma non fa niente. L’importante è che esista. È importante che esistano un luogo da dove partire e un luogo dove arrivare quando finisce il viaggio. Oppure no. Forse è anche importante imparare a perdersi vagando senza meta, pensa … Continua a leggere Ninna nanna ninna oh
Dopo l’amore
Dopo l’amore. Per alcuni il momento migliore, a differenza di altri, è “dopo l’amore". La mamma di Felicina, quando Cary Grant e Doris Day si baciano, copre gli occhi del fratellino. Certe cose, a Santamariammare, si possono fare, ma non si devono dire. Incastra la testa nell’incavo tra collo e spalla di Marisa e pensa … Continua a leggere Dopo l’amore
Colori
C’è gente che, quando compie gli anni, invece di ricevere regali, li fa. E la cosa assurda è che non se n’accorge nemmeno. Il 23 marzo del 1975 Felicina Mercanti festeggiò in famiglia, a pranzo, il suo diciottesimo compleanno. Nel pomeriggio, come s’usava a Santamariammare, gli amici le fecero una “festa a sorpresa” in spiaggia. … Continua a leggere Colori
Battaglia navale
WhatsApp: “Uè, Ignazio! ma tu lo sai che giorno è oggi?!” “No” “Come no?! Ma è l’anniversario dell’abbassamento!!” “Abbassamento di che? Ma dove sei? Di che parli? E perché c’hai ‘na zuppa come foto del profilo, ora? E la smetti di fare ‘ste faccine, che sei un Maresciallo, non un disegnatore di manga?” “Con tutti … Continua a leggere Battaglia navale
Caldo
Come nei film, poi c'è la dissolvenza e arriva la scena che fa stare meglio. Sono necessarie, le cose che fanno stare meglio. Marisa guida velocemente, attraverso Santamariammare, per arrivare a casa di Mercedes. Non parlano. Felicina fatica a respirare, ancora sgomenta. La fanno adagiare sulla vecchia dormeuse di velluto porpora riscaldata dai raggi del … Continua a leggere Caldo
4 marzo 1975
Certe date le dimentichi facilmente. Altre, invece, si fissano sull’anima come la bruciatura di ferro s’una candida camicia. La puoi nascondere, certo, indossando un maglione, ma ti resta addosso, comunque. Felicina ricorda bene il 4 marzo 1975. Era martedì. Il vento malefico le causava vertigini. Mai sopportato il vento, lei. Già... e poi, Marisa aveva … Continua a leggere 4 marzo 1975
On my own
Padre Ignazio, quando è insonne, va su YouTube. Mette le cuffie, s’arrotola soddisfatto tra le fresche lenzuola e cerca le canzoni d’una volta. Si sveglia nel mezzo della notte, verso le 3, quando di giorno “formalmente” si dice che va tutto bene ma, poi l’infida coscienza aspetta solo che s’addormenti per sferrare il colpo urlando: … Continua a leggere On my own
Distrazioni protettive
Le cose che si provano dentro, a volte, non si possono far vedere. Le cose che vorremmo urlare al mondo, a volte, non possiamo urlarle. Così, quando Daniele domanda: “Ignazio… come fai a sapere che nell’acqua ci metto la fetta di limone?” lui se ne frega della regola delle cose che non si possono far vedere … Continua a leggere Distrazioni protettive
Certe amiche
Felicina non capisce bene perché Irene abbia improvvisamente deciso di lasciare l’ospizio di Santamariammare. Le ha detto che ha a che fare con Marisa e col fatto che l’hanno ritrovata. Non viva, ha detto. È diverso dire “non viva” da quello che dicono tutti. Le parole sono importanti. Soprattutto le parole che separano le carezze … Continua a leggere Certe amiche
Grattacieli
Il professor Amedeo Breccia si trasferisce a Santamariammare nel 1970, subito dopo il matrimonio. Insegnare inglese in un piccolo liceo di periferia non è la sua ambizione, ma i genitori di Sofia abitano là e lei mai si trasferirà. Sono passati due anni, ormai. Gli piace insegnare nella classe delle ragazze. Le ragazze profumano di … Continua a leggere Grattacieli
Automaticamente
“Secondo me non c’è niente da dire, Ignazio. Niente. Siamo adulti, viviamo e lavoriamo entrambi a Santamariammare, che non è New York. Sappiamo pure quello che dobbiamo fare. Siamo dei professionisti, noi. Il resto è storia. E io la vedo così. Tu?” I baffi a manubrio. Sono quelli che ipnotizzano, pensa Padre Ignazio. Sono i … Continua a leggere Automaticamente
Ad occhi aperti
A una certa, come dicono i giovani d’oggi, ti rendi conto che le ossa delle gambe davvero non ti reggono più. Mercedes Canova (Signora Canova per la gente di Santamariammare), sorride tra sé e sé pensando che si sente come un domino che ha fatto andare il primo pezzo da un bel po’ e che … Continua a leggere Ad occhi aperti
Ad occhi chiusi
Marisa glielo disse semplicemente così. Nella maniera più naturale del mondo, come quando si aprono gli occhi al mattino. Che non ci pensi mai ma, ogni mattina della tua vita, tu davvero apri gli occhi che prima erano chiusi. Proprio così. Glielo disse in fretta e furia, cercando di farsi sentire senza farsi sentire. Ch’è … Continua a leggere Ad occhi chiusi
Delle cose che si chiedono… e si ottengono.
Punta la chiave verso la porta e, a colpo sicuro, senza guardare, l’infila nello stomaco di Maffiàni che, con un sorriso divertito, abbassa la testa e con voce roca sussurra attraverso i baffi: “Ignà, la pistola è un po’ più in alto… Vorresti, per caso, vedere il grilletto?” Un urlo di tre secondi e via, … Continua a leggere Delle cose che si chiedono… e si ottengono.
Bolero
“Ti piace?” chiedeva incessantemente. “Ti piace davvero?” Come se non credesse al fatto che qualcuno potesse amare ciò che amava lei. Come se non fosse possibile ch’esistesse qualcuno al mondo con il quale condividere “dal cuore, veramente,” ciò che amava. Mica era facile. E lei non era una che si potesse frequentare così facilmente. Le … Continua a leggere Bolero
In my solitude
Strade assolate e vuote dove s’annidano cose buone e cattive. Un cimitero, una chiesa, quattro scuole, due cinema, qualche bar, tanta spiaggia libera, pochi ristoranti, nomi comuni di persone comuni. Felicina non riposa di pomeriggio. Se lo fa, dopo, ha sempre mal di testa. Tutta la famiglia, invece, va in letargo, dopo pranzo. Lei no; … Continua a leggere In my solitude
Gli spazi giusti
Mentre digita il messaggio da mandare al Maresciallo Maffiàni, Padre Ignazio pensa che ci vogliono le parole giuste. Ed anche gli spazi giusti. Già, gli spazi giusti. Perché è soprattutto negli spazi, nei brevi silenzi, nelle impercettibili pause che s’accoccolano pigramente tra una parola e l’altra, che diciamo o scriviamo le cose più importanti. Sospira … Continua a leggere Gli spazi giusti
Il cuore inzuppato nei ricordi
Qualla casa di campagna non c’è più. Almeno, non è più così come la ricordano Irene e Felicina. Non è più la stessa, solitaria casa padronale che si stagliava con le candide mura nella pineta profumata, prima della spiaggia. Le due donne anziane sostano davanti al caseggiato che ora la sostituisce. C’è rimasta solo la … Continua a leggere Il cuore inzuppato nei ricordi
La cosa
Padre Ignazio non sapeva se ridere o piangere. Annina lo guardava maliziosamente sorridendo come il gatto che s’è mangiato il topo e sta solo aspettando di ruttare. Lo “svegliò” il rintocco del campanile. Si guardò intorno con aria stralunata rendendosi conto d’essere nella piazza principale di Santamariammare. Di fronte, al bar Stella, stavano servendo l’aperitivo; … Continua a leggere La cosa
15 secondi
Sentì il fruscìo della tendina di velluto bordeaux che veniva violentemente tirata via dal maresciallo. Successe tutto in 15 secondi. Prendere o lasciare. 15 secondi. Ascoltò i passi decisi di Daniele allontanarsi verso il sagrato mentre l’intestino gli si contorceva come s’avesse avuto un cesto d’anguille in pancia. Faticava a respirare. 15 secondi. Pensò mille … Continua a leggere 15 secondi
Estorsione di confessione
“Da quando in qua i marescialli spiano i preti?” Non s’era mai sentito talmente in colpa. Nemmeno quando aveva rubato i confetti dal cassettone di nonna Finizia. Paralizzato dal rimprovero appena tuonato sulla sua testa non riusciva a muoversi. Guardava a terra cercando disperatamente una risposta coerente, da uomo maturo. Se ne uscì con un … Continua a leggere Estorsione di confessione
Symbolum ’77
Uscì dalla sagrestia. Annina era seduta in prima fila. Stette male immaginando quanto avrebbe stonato cantando Symbolum ’77. Gli si sarebbero rizzati pure i peli incarniti. Non era un canto liturgico moderno ma quella manciata di obsolete anime, mangiatrici d’ostia stantia, che non mancavano mai una messa, quella volevano. Doveva accontentarle. Durante le feste comandate … Continua a leggere Symbolum ’77
Per amore…
Maffiàni andò a messa, per la prima volta in vita sua, solo per vedere come “lui” l’officiasse. C’aveva pensato un bel po’. S’era detto ch’era un coglione a voler vedere come teneva messa perché sentiva qualcosa nel mezzo dello stomaco pensando a lui. S’era detto che non era possibile che un maresciallo s’invaghisse d’un prete. … Continua a leggere Per amore…
Il Concerto
Entravano e non uscivano più. Li attendeva nell’androne di Palazzo Serenella, tra Vicolo Carrettieri e Contrada Pasquini, che un tempo era stato la sede del Comune di Santamariammare. Poi s’erano spostati vicino alla stazione. La gente entrava. Si guardava intorno stranita perché sembrava ci fosse qualcuno. Poi, dopo aver detto qualche parola all’aria che li … Continua a leggere Il Concerto
La spesa
Il commesso le guarda stranito. Com’è possibile che le due vecchiette non sappiano che la frutta, prima di portarla in cassa, bisogna pesarla? Le vecchiette sono la sua dannazione. Quelle maledette controllano lo scontrino fino all’ultimo centesimo e, in caso d’errore, gridano al complotto economico accusandolo. Una delle due dice: “Irene, te l’avevo detto che … Continua a leggere La spesa
L’alba
Ai lati della finestra penzolavano rami d’edera selvatica. Se ne intravedevano, a tratti, le foglie lucide di rugiada mattutina. Immobile, a letto, guardava oltre le imposte di legno accostate. La luce e il cigolìo dell’alba che s’apprestava a fargli vivere un nuovo giorno lo facevano sentire in pace col mondo, o quasi. C’erano pensieri che … Continua a leggere L’alba
Profumi
Padre Ignazio, sgomento, si fece il segno della croce. “E chi l’ha detto che è stata uccisa?!” Maffiàni si accomodò lentamente sulla panca della canonica. “La scientifica l’ha detto, Ignazio. Ho fatto analizzare i resti solo per un proforma. Tutti davano per scontato che si fosse persa tornando a casa, quella notte, e che fosse … Continua a leggere Profumi
Non voglio innamorarmi mai
Il ristorante si chiamava Pace e Bene. Era situato all’uscita dal casello dell’Autostrada del Sole. La gente di Santamariammare c’andava per il soffritto d’interiora di Dumminico, il napoletano. La salsina piccante, scura come il sangue rinsecchito delle bestie, dipingeva, con il rosso del peperoncino, le labbra di chi aveva il coraggio di assaggiarne anche solo … Continua a leggere Non voglio innamorarmi mai
La Signora
Tutti, prima o poi, andavano da lei. La chiamavano “La Signora”. Fingevano, chiamandola così, di conoscerla bene. In realtà, nessuno sapeva il suo nome. Era arrivata a SantaMariammare un giorno d’estate, 20 anni prima. Aveva comprato il negozietto davanti alla canonica di Don Ignazio. Vendeva sonagli fatti da lei con conchiglie e legni che il … Continua a leggere La Signora